Per me la spiritualità è quotidiana. Non ho mai sentito mia una spiritualità fatta di partecipazione passiva a cerimonie staccate dalla vita di tutti i giorni, e nel tempo ho trovato quello che mi corrispondeva nello sciamanesimo meso-americano e in alcune pratiche di tradizione Maya legate alla Ruota del Tempo. Ho trovato un modo per creare le mie cerimonie quotidiane, per restare focalizzata, per sentirmi parte del tutto, ho imparato a fare di ogni giorno una cerimonia, oltre a considerare giorni speciali per cerimonie speciali le lunazioni, i portali delle stagioni e tanto altro. Ho imparato ad utilizzare un altare in casa come spazio per meditare, per connettermi con me stessa e con il Mistero, a sentirmi una parte del Tutto e a relazionarmi con gli elementi: ho cantato ai ruscelli, ho salutato il sole all’alba e al tramonto, ho attraversato la notte pregando alle stelle e al buio.
Poi un giorno ho incontrato la Sessualità Sacra. Che non è soltanto l’imparare la presenza durante un rapporto sessuale, anche se già questo è un fantastico traguardo. Si tratta di sentirsi presenti a se stesse sempre. Significa avere il coraggio della verità, di imparare a guardare la propria luce e le proprie ombre. Sentirsi parte del Tutto, riconoscersi parte della Terra e della sua divinità. Stare nel corpo, godere dei propri sensi, ricercare la propria voce interiore.
E’ per tutto questo che per me spiritualità quotidiana e sessualità sacra sono due aspetti di un modo di essere e di vivere. E’ per questo che faccio fatica, nelle mie pratiche, a distinguere l’una dall’altra, perchè il mio modo di praticare la spiritualità si è arricchito attraverso la conoscenza della sessualità sacra. Perchè la sessualità sacra è una parte del mio modo di praticare lo sciamanesimo.
Sono due sfumature di una via, fatta di verità, di presenza, di ombre, di ricerca, e di pratica quotidiana, che si completano, si accompagnano, si sostengono.
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