E di nuovo la luna è scomparsa nel cielo; nella sua magica danza di corteggiamento col sole, oggi i due astri sono di nuovo in contatto, nel segno dei Pesci, e di nuovo onoriamo una luna nuova.
E di nuovo il cerchio si riunisce, le donne arrivano alla spicciolata, con i fiori tra le mani, con le loro gonne, si riconoscono per strada, si sorridono, ed entrano in questo spazio sacro, dove le accoglie un altare, il profumo del copal, la rassicurante sensazione di essere a casa ovunque ci troviamo. Perchè un cerchio è casa, è famiglia, è guardarsi allo specchio, in tanti specchi diversi, e ritrovare se stesse nelle parole delle altre donne.
Oggi ci sintonizziamo con l’energia dei Pesci, con il senso di essere Uno con l’Universo, con il navigare in un oceano sconfinato di sensazioni, con il fondersi l’uno nell’altro, eppure rimanendo individuo, donna, singola entità. E torniamo col pensiero a quando siamo davvero state parte di un altro essere umano, quando eravamo tutt’uno con nostra madre, quando navigavamo in quelle acque calde e protette, e quando poi abbiamo lottato per diventare donne, noi, altro da lei. E ridiamo, e piangiamo, ci commuoviamo e ci arrabbiamo, e ci sentiamo accolte nel riannodare fili spezzati, nel condividere il nostro viaggio di figlie diventate donne e madri. E perdoniamo noi stesse, nella comprensione che, in questo eterno gioco di specchi, siamo tutte legate da un filo rosso, e siamo ogni altra donna che incontriamo sulla nostra strada, siamo nostra madre, siamo la sua storia, e siamo senza confini, esseri al di là del tempo e dello spazio, minuscoli frammenti di un immenso disegno, e se lucidiamo il nostro cristallo, se perdoniamo noi stesse, se sciogliamo il nostro dolore, l’intero quadro sarà più luminoso.
Noi siamo Uno con l’Universo, e per questo ogni volta che critichiamo, e giudichiamo, e allontaniamo da noi stiamo giudicando e criticando noi stesse. E invece abbiamo bisogno di radici sane, abbiamo bisogno di sentirci sostenute e nutrite, abbiamo bisogno di sapere che ci sarà sempre un abbraccio caldo pronto ad accoglierci. E se non sarà quello di nostra madre sarà quello del cerchio, quello di tante altre donne che cercano la sorellanza, la condivisione, il nutrimento e il sostegno. Perchè io sono te e tu sei me, in questo infinito gioco di specchi.
E ringraziamo il nostro essere donne, onoriamo i nostri doni, pronte a metterci al servizio della Vita stessa, sapendo che in ogni angolo della Terra altre donne si riuniscono in una Tenda Rossa, risvegliano memorie, fanno cerimonie, innalzano canti, per ritrovare la sorellanza, l’unione, l’accoglienza. Perchè anche quando saremo sole nella notte più buia potremo sentire nelle orecchie l’eco di una ninna-nanna, il ritmo di un tamburo, il profumo dell’incenso. E sapremo che da qualche parte un cerchio di donne è pronto ad accoglierci.
In lak’ech
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