La dignità di una donna

Ho la fortuna di vivere in questa parte del mondo dove in linea di massima le donne hanno possibilità che in altre parti del mondo si sognano, e che si sognavano le nostre stesse nonne!  Noi possiamo studiare, guadagnare, scegliere, sposarci oppure no, fare figli oppure no, divorziare, abortire, comprare e fare affari senza bisogno del permesso di un uomo, padre o marito che sia, avere una figlia femmina e gioirne tanto quanto avere un maschio, abbiamo accesso alle cure, all’acqua e potrei continuare, anche se spesso ce ne dimentichiamo, e anche se la strada da fare è ancora lunga.

Fatta questa premessa, mi guardo intorno e mi chiedo quanto questi millenni di prevaricazioni ci siano così profondamente entrate nel DNA da far sì che non ce ne rendiamo neanche conto. Perché oggi, in questa parte del mondo, tutto appare più sfumato, perché più spesso quello che è in gioco non è la nostra vita, ma la nostra anima!

Vedo donne rinunciare a parti di sé senza neanche rendersene conto, e non parlo di quelle mediazioni e quei compromessi che fanno parte del vivere insieme, in una coppia, in una società, degli equilibrismi che devi fare per riuscire ad essere madre, compagna, professionista, amica, cuoca, sportiva e tutto quanto. Parlo di quando rinunci ad un pezzo della tua anima, di quello in cui credi, di quello che ha valore per te e fa di te quello che sei. Parlo di quando, per amore, accettiamo di andare oltre i nostri limiti, e non parlo di 4 o 5 sfumature di qualunque colore, parlo di quando, per restare con chi ami, inizi ad amare un po’ meno te stessa, perché accetti qualcosa che non vorresti, o rinunci, e fai finta che non sia poi così importante. Parlo di quando continuiamo a pensare che saremo felici e complete solo quando…. solo se….. avremo un partner, un figlio, un ruolo, e non accettiamo di essere integre e felici come siamo, impegnandoci per costruire la nostra felicità sulla nostra identità presente, e non ipotecando tutto ad un domani che magari non corrisponderà alle nostre aspettative. E nel far questo subiamo, subiamo relazioni, subiamo medici, subiamo giudizi ed auto-giudizi senza aver mai la forza di alzarci in piedi e dire “questo è quello che sono, qui ed ora, e va bene così. E se domani sarà altro andrà bene di nuovo!”. E invece stiamo lì, a maltrattarci, a non porre dei limiti chiari, ad implodere e morire dentro.

E’ un modo di fare che ci portiamo nella relazione e nella società, e magari abbiamo iniziato quando davanti ad un commento sessista subìto da ragazzine abbiamo sorriso, o quando per insultare una donna noi per prime non parliamo del suo carattere, ma delle sue ipotetiche abitudini sessuali, e siamo così assuefatte ad un certo immaginario che dev’essere nostra figlia tredicenne a dirci che in quel film lui potrebbe essere il padre di lei.

Ma noi viviamo qui, in questo mondo, e giorno per giorno contribuiamo a costruirlo, a tesserlo, a crearlo. Anche noi decidiamo che parole usare, a quali frasi abbozzare, a cosa rinunciare.

Impariamo invece ad alzarci in piedi, e a guardarci dentro. Impariamo che se non ci diamo valore noi, non ce ne daranno gli altri. Reclamiamo il nostro diritto di decidere noi quali sono i nostri confini, anche se sono solo nostri. Impariamo a non offendere le altre donne, perché anche lì ogni volta perdiamo qualcosa di noi.

Se non capiamo noi come vogliamo essere trattate, come ci tratterà il mondo? Come capiterà, come ne avrà voglia. E invece io sogno un mondo dove una ragazzina possa dire ad un ragazzo che è stato sgarbato e cafone, dove una donna possa dire che non è disposta a perdere l’anima e la sua relazione pur di avere un figlio, dove una ragazza possa sentirsi libera di essere amica di un ragazzo senza dover essere seduttiva, dove una donna possa scegliere quello che vuole essere, e che possa dirlo al suo uomo, e insieme, fianco a fianco, possano sostenere l’uno il sogno dell’altra. Perché così costruiamo il mondo, sognando, co-creandolo, facendone parte con la nostra dignità, la nostra fierezza, la nostra verità. Rispettando noi stesse, e lo specchio di noi che è tutto ciò che ci circonda.

 

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