Arriva la Primavera, e uno dei modi di celebrarla è attraverso l’accensione del fuoco. Dopo l’aria dell’inverno, che ci ha tenute chiuse in casa, e nella nostra mente, a pensare, creare e sognare, ora è il momento di accendere la fiamma che abbiamo custodito prima nel buio e poi nelle prime avvisaglie di aria nuova arrivate con Imbolc; tempo di accendere il fuoco della creatività e del fare, per mettere in moto le nostre nuove energie, spazzando il vecchio e cercando il nostro nuovo equilibrio e la nostra nuova pelle.
Però fate ben attenzione, perché il Fuoco è uno degli elementi meno compresi anche da chi con gli elementi pratica. Il Fuoco ci fa pensare al calore, alla passione, al “pericolo”, e certo il fuoco è tutto questo, ma non solo! Se vogliamo capire come si muove il fuoco dentro di noi dobbiamo guardarne diversi aspetti: siamo capaci di accenderlo, il fuoco? Oltre alla pratica con il fuoco vero, che è l’essenza di questo cammino, siamo capaci di accendere un interesse, una fiamma, una passione? Siamo capaci, dal nulla, con pochi elementi, di infiammare, accendere, far divampare? E’ importante capire se siamo capaci di accendere dentro di noi passioni ed interessi nuovi, e se siamo capaci, per esempio, di accenderli in un gruppo, di entusiasmare qualcuno a qualcosa di nuovo.
Fatto questo, il momento più temuto anche dai migliori “fuochisti”: lo sai mantenere acceso, il tuo fuoco? Sei capace di vegliarlo abbastanza, di alimentarlo abbastanza da non farlo spegnere? Sai mantenerlo costante, senza farlo divampare tanto da bruciare te e chi ti circonda, ma senza neanche doverlo rianimare quando ormai si sta spegnendo? Per le persone che ritengono di avere molto fuoco dentro di sé questa è spesso una nota dolente, la costanza necessaria perché un fuoco resti acceso. E spesso è un tema importante nella vita: sai mantenere il fuoco della tua relazione, del tuo lavoro, delle tue amicizie? Sei capace di vegliare il tuo fuoco e nutrirlo quando serve, perché duri a lungo?
E poi, come ogni cosa, anche i fuochi che più ci hanno scaldato, a volte, sono destinati a spegnersi. E di questo siamo capaci? Di accettare che anche il fuoco che più ha divampato nella nostra vita possa essere lasciato andare? Possiamo accettare di vederne le ceneri e di lasciare che restino ceneri, senza soffiare disperatamente su quella brace perché non abbiamo il coraggio di dichiararne la fine? E’ una lezione importante anche questa, l’accettazione della fine, con consapevolezza. Per non rischiare di metterci la mano sopra e di scottarci di nuovo, perché non abbiamo capito cosa cova lì sotto, e non abbiamo lasciato il giusto tempo perché tutto diventasse davvero cenere…. e senza pensare che un fuoco spento sia segno di sconfitta, ricordatevi che la cenere è un ottimo concime!
Vi auguro di accendere mille fuochi nelle vostre vite, di curarli con amore, e di lasciarli ardere per il loro giusto tempo!
Felice Ostara!
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