Zeus e i valori del patriarcato

Che senso ha, lavorando da tanto tempo con le donne, sui concetti del risveglio femminile, della spiritualità delle donne, del riscoprire valori precedenti a quelli del patriarcato, trovarsi in gruppo a parlare, scoprire, sperimentare l’archetipo di Zeus?

Eppure è stata una serata illuminante, sia per gli uomini che per le donne.

Intanto perché, che ci piaccia o no, dentro a questi miti patriarcali siamo nati e cresciuti, che ce ne siamo resi conto oppure no. Quindi è importante rileggere una storia dove il potere è così importante che generazione dopo generazione i padri cercano di distruggere i figli per non correre rischi di essere detronizzati, e i figli per sopravvivere devono distruggere il padre. Rileggere una storia dove un uomo sceglie una donna più come un trofeo che per instaurare una vera relazione.

Quanto di tutto questo c’è in noi? Quali Zeus abbiamo incontrato nella nostra vita? Abbiamo parlato di padri che, se da una parte ci hanno mostrato come si manifesta il potere nel mondo, dall’altra hanno tolto il loro sostegno quando non si è più stati sulla strada scelta per noi; abbiamo parlato di capi o professori che scelgono di avere una corte intorno anziché far crescere i singoli; di compagni con cui la relazione è un braccio di ferro fatto di dimostrazioni di potere e valore invece che di cammini condivisi. E che emozione vedere un uomo che si accorge quanta parte di Zeus ci sia nel suo modo di porsi, e quanto se ne voglia distaccare, o di una donna che intuisce che nelle sue relazioni di coppia il gioco di potere la fa da padrone….

La vera domanda, il vero insegnamento, è stato: come sarebbe se camminassimo nel mondo dalla sicurezza del nostro potere interiore, riconoscendo il nostro stesso valore, e incontrassimo l’altro riconoscendone il valore e il potere, senza bisogno di essere più o meno, senza bisogno di misurarsi? E come sarebbe se potessimo vivere così anche le nostre relazioni intime, la nostra sessualità? Come sarebbe se ci sentissimo regine di fronte al nostro re, anziché principesse in attesa dell’eroe, oppure passive ed ubbidienti come spesso ci rimanda l’immaginario comune?

Allora un passo alla volta, uno sguardo alla volta, un incontro alla volta, smettiamo di misurare il nostro valore, “accontentandoci” di essere e vivere pienamente, senza metri, senza scale e gerarchie, alla ricerca della collaborazione e della cooperazione, per poter camminare in bellezza!

 

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